Samia, la ragazza che correva per la libertà (2024)

Samia Yusuf Omar era una ragazza somala con un sogno e uno scopo nella vita: correre. La sua storia è stata raccontata nel romanzo Non dirmi che hai paura.
ATTENZIONE: in questo post ci sono spoiler sul libro citato qui sopra.

Samia e la corsa

A otto anni, Samia Yusuf Omar era certa di partecipare alle Olimpiadi. Ogni giorno, come allenamento, correva sette chilometri per le macerie di Mogadiscio.

Samia è nata il 25 marzo 1991, ed è sempre cresciuta con la guerra.
Veniva da una famiglia povera, ma a cui era molto unita. Samia aveva un rapporto speciale con sua sorella maggiore Hodan, che sognava di diventare una cantante, e con il suo migliore amico e vicino di casa Alì.

A dieci anni ha vinto la gara annuale di Mogadiscio, battendo anche i partecipanti adulti della città.
A quattordici anni ha vinto i cento metri femminili ad Hargeysa, diventando la ragazza più veloce della Somalia.
A diciassette anni ha corso i 200 metri femminili alle Olimpiadi del 2008 a Pechino. E’ arrivata ultima, ma il pubblico l’ha applaudita e incoraggiata.

«Preferirei che la gente mi applaudisse perché sono arrivata prima, non ultima» – Samia Yusuf Omar

Così dice l’atleta ai giornalisti che l’intervistano dopo la gara.

Una vita in guerra

Mogadiscio, città natale di Samia, si trova in Somalia, nel corno d’Africa, e si affaccia sull’Oceano Indiano.

Samia è sempre stata attirata dal mare, ma non ha mai potuto andarci. Infatti, i talebani che governavano Mogadiscio lo avevano impedito. Andarci era illegale, si rischiava grosso.
Ma Samia è sempre stata coraggiosa. Ogni tanto lei e Alì, il suo migliore amico, andavano sulla spiaggia, senza essere visti, toccavano la sabbia e poi scappavano subito.

La famiglia di Samia e quella di Alì vivevano una accanto all’altra, ed erano molto unite. Da sempre avevano condiviso il cibo, il cortile, il bagno, ma anche i momenti di gioia, di tristezza e di speranza.
Ma la loro amicizia non sarebbe dovuta esistere. La famiglia di Samia apparteneva al clan abgal e quella di Alì al clan darod, due fazioni rivali in guerra.

Amici

Samia e Alì erano migliori amici. E l’amicizia non ce la toglie nessuno. L’amicizia è ciò che ci serve per tirare avanti. Perché da solo nessuno ce la fa.

Della guerra, a me e ad Alì, non era mai importato niente. Che si sparassero pure per strada, non ci riguardava. Perché la guerra non poteva toglierci l’unica cosa importante: quello che lui era per me e quello che io ero per lui.
Non dirmi che hai paura, Giuseppe Catozzella

Samia e Alì erano migliori amici. Passavano le giornate insieme. Ridevano insieme. Piangevano insieme. Insieme, si consolavano. Si allenavano insieme. Si sostenevano a vicenda, e insieme. Sì, insieme, perché nessuno poteva separarli. Niente e nessuno. Erano legati. Semplicemente legati.

Samia e Hodan, invece, erano sorelle. Ma anche amiche. E ogni sera, distese nei materassi vicini, messi per terra, parlavano dei loro sogni, dei loro desideri. Samia sarebbe diventata un’atleta. Hodan sarebbe diventata una cantante. E insieme avrebbero guidato la liberazione delle donne della Somalia. Ogni sera, so addormentavano tenendosi per mano. Hodan cantava per Samia, le sue erano canzoni di libertà.

Ma un giorno, Hodan è partita. Partita per il Viaggio. Il Viaggio con la V maiuscola, il viaggio verso l’Europa, il viaggio verso una nuova vita. Il viaggio verso la libertà. E Samia è rimasta a Mogadiscio, ad addormentarsi da sola.

Ogni anno, a Mogadiscio veniva organizzata una gara di corsa, sette chilometri tra le strade della città. Tutti potevano partecipare, bambini, ragazzi e adulti. E a dieci anni Samia ha vinto. E’ arrivata prima. Ha vinto. E suo padre le ha regalato un paio di scarpe da ginnastica nuove. Per la prossima gara. Un sogno, per una ragazza di Mogadiscio.

Con Alì abbiamo aspettato negli spogliatoi che la folla abbandonasse lo stadio. Lui voleva parlare con un sacco di gente che gli chiedeva chi ero.
Si presentava come il mio allenatore, e la cosa faceva ridere tutti, perché aveva dieci anni.

Non dirmi che hai paura, Giuseppe Catozzella

Determinazione

Samia voleva essere una campionessa. Voleva vincere. Voleva correre. Voleva realizzare il suo sogno.
Ma non poteva. Era una ragazza. Era nata in un paese in cui le donne non avevano gli stessi diritti dei maschi. Doveva correre con i veli. Non aveva i documenti necessari per andare ad allenarsi in un altro paese.
Ma Samia ce l’ha fatta. Samia a diciassette è andata in Cina e ha partecipato alle Olimpiadi.
Gran parte della vita l’ha trascorsa allenandosi di notte, illegalmente, nello stadio di Mogadiscio crivellato dagli spari.
Non aveva un allenatore.
Non aveva i mezzi per vincere.
Non aveva niente.
Ma lei ha vinto. E non solo le gare. Ha vinto la sua vita. Ha vissuto una vita piena, una vita degna di questo nome.
E ha vinto perché aveva la determinazione, e la forza di volontà. Aveva la voglia di vincere, di arrivare prima. Aveva l’adrenalina che fa andare più veloce del vento.
E aveva un sogno. Uno scopo per la sua vita.

Il mare

Ma Samia era stanca. Stanca di essere una clandestina, stanca della vita di Mogadiscio. Per questo è partita. Partita per Londra, per le Olimpiadi 2012. Partita per il Viaggio, come Hodan.
Arrivare a Tripoli, prendere un gommone fino a Lampedusa. E poi era fatta.
L’Etiopia. Poi il Sudan. Poi la Libia. E con la Libia, il deserto del Sahara. Poi finalmente Tripoli. Una casa con quaranta donne di tutta l’Africa. Poi la chiamata per imbarcarsi sul gommone per Lampedusa.
Era un viaggio estenuante. Un viaggio che mette alla prova sé stessi.

Samia Yusuf Omar amava il mare. Ed è nel mare che è morta. Il 12 aprile 2012, nel Mar Mediterraneo. E’ morta mentre cercava di raggiungere le funi lanciate da un’imbarcazione italiana, mentre cercava la salvezza e la libertà.

Non dirmi che hai paura

La storia di Samia Yusuf Omar è stata raccontata da Giuseppe Catozzella nel romanzo Non dirmi che hai paura. E’ un libro molto bello, che ho letto per la scuola quest’estate, e che consiglio vivamente.

Samia, la ragazza che correva per la libertà (1)

Carta d’identità del libro
Titolo:Non dirmi che hai paura
Autore:Giuseppe Catozzella
Lunghezza:medio (243 pagine)
Età:dagli 11 anni

Samia, la ragazza che correva per la libertà (2024)

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